Miglioramento degli spazi?

Qualche giorno fa è apparso nell’atrio dell’aula studio un mobile blu. Per quanto impolverato e retrò l’abbiamo accolto con favore riconoscendo in lui uno dei “Puffi Blu” del Dipartimento di Matematica Pura ed Applicata (DMPA). Queste postazioni, per chi non lo sapesse, contengono dei computer che permettono la consultazione delle bacheche elettroniche agli studenti, per l’iscrizione agli esami e la visione delle liste con i voti.

Puffo Blu

Puffo Blu posizionato di fronte all'aula

Tutto sembrava perfettamente ragionevole: nuova aula studio, nuovo puffo blu del DMPA (i tecnici informatici preferiscono installare e mettere a disposizione un computer vecchio piuttosto che fare il lavoro di front office). La comparsa del puffo blu ci ha quindi fatto sperare che alla presenza del mobile sarebbe a breve seguita quella del computer; considerando la chiusura serale, del sabato e festiva del resto del Plesso Paolotti, averne uno fuori dalla portineria poteva essere un ottimo servizio per gli studenti ancor di più considerando che secondo i volenterosi tecnici del DPMA, era certa la fattibilità tecnica con poca fatica.

Oggi il mobile non c’è più… Quindi indagando sulle motivazioni di tale sparizione, scopriamo che la portinaia e i tecnici del DMPA avevano agito “in anticipo”, fiduciosi che il delegato del Rettore responsabile dell’aula studio avrebbe certamente approvato un servizio così palesemente utile e per di più che non richiedesse né di un budget né di un minuto del suo tempo (Non dovrebbero forse queste proposte trovare sostegno da parte del delegato “al coordinamento e al miglioramento dell’utilizzo degli spazi per l’attività didattica”?)

Quest’ultimo invece, una volta messo al corrente, ha contattato la portineria ed i tecnici del DPMA, intimando di annullare tutto il progetto, apportando come principale motivazione il fatto che le altre aule studio non danno questo servizio e che non vede il motivo per cui in questa dovesse venir portato avanti, dato oltretutto che non gli risultava che gli studenti lo avessero chiesto.

Morale della favola, il puffo blu che già era stato posizionato all’ingresso della nostra aula è stato riportato ad ammuffire nelle cantine.

Noi siamo allibiti, quando ci hanno raccontato questa storia non volevamo crederci, ma a quanto pare è la triste realtà.

Ma non molleremo, faremo ufficialmente richiesta di avere questo puffo blu e speriamo, nonostante tutto, di riuscire a migliorare questi spazi.

Statistiche?

Da questo Lunedì 22 Febbraio sono comparsi nella portineria dell’aula studio di via Paolotti dei fogli su cui le portinaie, i centocinquantaoristi, o le guardie di turno, devono documentare la quantità di studenti presenti all’interno dell’aula nelle varie fasce orarie.

Immaginiamo (e possiamo solo immaginarlo dato che è più di un mese che aspettiamo di avere una riunione con il Delegato responsabile dell’aula, prof. Oddone Schiavon) che tale indagine statistica sia frutto delle nostre continue pressioni mirate a dimostrare la necessità di nuove aule studio ed in particolare di più ampi orari delle stesse.

Detto ciò niente di male, siamo certi che ci sia bisogno di più aule studio e che molti studenti preferiscono o sono costretti (studenti lavoratori) a studiare in ore serali o nei week-end, quindi non temiamo le statistiche; il problema sta nel come tali statistiche vengono effettuate.

Una indagine del genere, fatta in questo periodo in cui si è appena conclusa una sessione di esami, non potrà fare altro che dare risultati decisamente fuorvianti. L’unica cosa che possiamo sperare è che vi sia l’intenzione di farla continuare almeno fino alla fine della sessione estiva e soprattutto che non ci sia una precisa malafede nel tentativo di dimostrare che orario e posti nelle aule studio sono più che sufficienti.

Speriamo che quest’ultima ipotesi sia solo frutto di una nostra paranoia complottista, ma detto sinceramente, memori dei recenti accadimenti, la cosa non ci stupirebbe eccessivamente.

Detto questo, appena avremo modo di discutere con il Delegato del Rettore cercheremo di scoprirne le intenzioni a riguardo e vi terremo aggiornati.

Privilegi e Privilegiati

Due pesi e due misure. A tavoli di trattative aperte, su una cosa non si puo’ assolutamente discutere, nell’apertura del “nuovo Pollaio” (presso il Paolotti). DEVE essere un’aula studio di Ateneo. Nota bene, questo non e’ un vezzo di forma o un capriccio. “Aula Studio di Ateneo” e’ una ben precisa definizione da regolamento. E la condizione che ogni nuova aula studio aperta sia tale, e’ un passo fondamentale nella nuova gestione degli spazi studenteschi, per garantire chiarezza, uniformita’, e parita’ di diritti per tutti gli studenti. Direttori di Dipartimenti, Presidi di Facolta’, Prorettori sono inamovibili. Si puo’ discutere sulla bonta’ di una tale scelta, o sull’efficacia di tale soluzione, ma a prima vista sembra ragionevole e non ce ne lamentiamo troppo.

Quello che pero’ non va giu’ e’ scoprire, con fastidio piu’ che rammarico, che chi dovrebbe fare rispettare certe decisioni degli organi d’Ateneo, si sente contemporaneamente libero di violare le stesse regole che sottoscrive. Pochi mesi prima della chiusura del Pollaio di Via Marzolo, una nuova, minuta ma efficace aula studio viene aperta ai piedi del Dipartimento di Scienze Chimiche. E che problemi ci sono? Piu’ posto c’e’, meglio e’… per noi.

Peccato che dopo pochi mesi, compare un cartello, firmato niente di meno che dal Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche, nonche’ Prorettore con delega per l’Edilizia dell’Ateneo (quindi le regole dovrebbe conoscerle bene) che esplicita in maniera chiara e concisa che l’aula di studio e’ aperta ad uso esclusivo degli studenti frequentanti corsi del Dipartimento stesso (leggi: gli studenti di Chimica). Per di piu’ l’aula, non risulta di Ateneo; aperta ad una fetta molto ristretta di studenti.

Ma come? Questo viola tutte le regole a noi fermamente imposte (ci riferiamo al fatto di essere gestiti dall’Ateneo, non di voler impedire l’accesso ad alcuni studenti). Infatti, se la nostra aula fosse rimansta sotto la gestione del Dipartimento di Fisica, ora potremmo chiudere con gli stessi orari precedentemente concordati con lo stesso (ben piu’ ampi degli attuali).

Allora chi stabilisce ed impone le regole puo’ semplicemente smettere di rispettarle e fare cio’ che preferisce? Oppure ci hanno convinti che la nostra aula dovesse passare all’Ateneo, mentre questo non è assolutamente vero?

Articolo “Leggo” (8 Feb 2010)

Leggo 8/2/2010

Sull’edizione odierna del quotidiano Leggo è uscito un interessante articolo sulla questione delle aule studio dal titolo: Aule studio piene: Sono invivibili in cui viene citato anche quello che resta del Pollaio (con altro nome).

A voi il giudizio, comunque noi ci sentiamo di dover fare alcune precisazioni (che abbiamo trasmesso anche al quotidiano in oggetto) sotto forma di articolo di giornale, giusto per rispondere a tono.

Aule studio? No, non c’è posto. Da anni gli studenti di Padova si scontrano con questo disagio, che si esaspera durante il periodo degli esami, che troppe volte cadono troppo vicino alle festività. E durante le festività, e’ tutto inesorabilmente chiuso.

Più volte questi disagi hanno trovato qualche spiraglio nella stampa, che timidamente porta alla luce un problema che sembra da poco, ma solo per chi non deve sbatterci regolarmente la testa contro. Ma ogni volta che compare un articolo su un giornale, pronta arriva tra le righe una replica da un “addetto ai lavori”, che sembra avere pronta una soluzione, le carte sul tavolo e il telefono caldo. Spesso però c’è più fumo che arrosto, e i giornalisti, che di “politica” qualcosa masticano, lo sanno bene.

Nell’articolo comparso su questo quotidiano lunedì 08/02, infatti, scattante e’ la replica del delegato degli spazi didattici, il quale sembra aver praticamente non solo risolto il problema oneroso della pulizia dei due locali elemosinati agli studenti nella giornata di domenica (perché, a dare retta al sito dell’università inerente le aule studio, http://www.unipd.it/cittauniversitaria/aule.htm, solo due aule sono aperte nel weekend), ma anche dato un nuovo respiro ai posti a sedere, grazie all’aula studio “Paolotti”, da 120 posti. Peccato che questa sia una delle due sole aperte nel weekend, e che per di più sia da 99 posti. Sembra aver completamente dimenticato, oltre tutto, che questo posto è stato aperto a seguito della chiusura di un’altra aula studio (Il Pollaio), che era aperta tutto l’anno 7 giorni su 7 e con orari ampiamente più estesi e che conteneva 130 persone.

Si è anche scordato che l’apertura nei weekend di questa nuova aula è stata una richiesta esplicita ed insistente da parte dei rappresentanti degli studenti, l’unica vera condizione inamovibile posta sul tavolo delle trattative al momento dell’inesorabile chiusura del Pollaio. Quindi non proprio un’apertura da parte dell’Ateneo, quanto una ferrea resistenza degli studenti.

Nei termini posti dal delegato di Ateneo, si mette in vetrina un bel passo in avanti. Ma nella concretezza della sua realizzazione, e’ stato un grande salto indietro: meno posti, orari più stringenti (9:00 alle 19:00 la domenica a compensare un’aula che respirava tra le 9:00 e le 23:45, e vi possiamo assicurare che non e’ mai stata vuota) e, da menzionare, posti decisamente più “strettini”. Perché chiunque abbia studiato sa bene che 70cm sono un po’ pochi. Ah, e giusto per essere severi: l’aula studio Paolotti è stata aperta l’11 gennaio, non l’8.

Se fino a poco fa gli studenti potevano contare su 330 miseri posti a sedere nei weekend, di cui 200 solo fino alle 19:00, ora il conto scende a 299 e tutti fino alla medesima ora. A “soddisfare” le necessità’ di circa 60.000 iscritti. Questa e’ la direzione intrapresa per risolvere il problema delle aule studio piene, cancellare i disagi, e aumentare la vivibilità nell’ambiente di studio. Che qualcuno abbia bisogno di un ripassino di matematica? Offriamo ripetizioni. A costo zero. Quello che costava all’Ateneo la precedente aula studio da 130 posti. Il Pollaio.

Ciao Giovanni

Giovanni Colombo Flores D'Arcais

Giovanni Colombo Flores D'Arcais

Salutiamo cosi’, con un dolce, semplice ed intenso ricordo, il nostro amico Giovanni, venuto a mancare a seguito di un incidente stradale avvenuto lunedi 1 febbraio 2010.

Il suo ritratto, dipinto di musica, teatro, danza, studio, fotografia, cucina ed un grande talento in ogni sua sfaccettatura quasi si sfuma al ricordo della sua compagnia, del suo impegno per aiutare tutti, dei suoi infiniti sorrisi, delle sue sincere risate. Della meraviglia di averlo accanto.

Ci manchi gia’ tantissimo.

Addio Giovanni.

Contrordine

Dopo che gli studenti hanno fatto notare che all’interno dei local di Via Marzolo chiusi in modo così teatrale si trovano il quadro elettrico ed i comandi del condizionamento relativi alle aule E, F, G (attualmente utilizzate per le lezioni), un più sensato contrordine da parte del Dip. di Fisica ha fatto in modo che venissero più sobriamente sostituite le serrature (sia mai che gli studenti che ancora possiedono le chiavi vadano a studiare di nascosto).