Sull’edizione odierna del quotidiano Leggo è uscito un interessante articolo sulla questione delle aule studio dal titolo: Aule studio piene: Sono invivibili in cui viene citato anche quello che resta del Pollaio (con altro nome).
A voi il giudizio, comunque noi ci sentiamo di dover fare alcune precisazioni (che abbiamo trasmesso anche al quotidiano in oggetto) sotto forma di articolo di giornale, giusto per rispondere a tono.
Aule studio? No, non c’è posto. Da anni gli studenti di Padova si scontrano con questo disagio, che si esaspera durante il periodo degli esami, che troppe volte cadono troppo vicino alle festività. E durante le festività, e’ tutto inesorabilmente chiuso.
Più volte questi disagi hanno trovato qualche spiraglio nella stampa, che timidamente porta alla luce un problema che sembra da poco, ma solo per chi non deve sbatterci regolarmente la testa contro. Ma ogni volta che compare un articolo su un giornale, pronta arriva tra le righe una replica da un “addetto ai lavori”, che sembra avere pronta una soluzione, le carte sul tavolo e il telefono caldo. Spesso però c’è più fumo che arrosto, e i giornalisti, che di “politica” qualcosa masticano, lo sanno bene.
Nell’articolo comparso su questo quotidiano lunedì 08/02, infatti, scattante e’ la replica del delegato degli spazi didattici, il quale sembra aver praticamente non solo risolto il problema oneroso della pulizia dei due locali elemosinati agli studenti nella giornata di domenica (perché, a dare retta al sito dell’università inerente le aule studio, http://www.unipd.it/cittauniversitaria/aule.htm, solo due aule sono aperte nel weekend), ma anche dato un nuovo respiro ai posti a sedere, grazie all’aula studio “Paolotti”, da 120 posti. Peccato che questa sia una delle due sole aperte nel weekend, e che per di più sia da 99 posti. Sembra aver completamente dimenticato, oltre tutto, che questo posto è stato aperto a seguito della chiusura di un’altra aula studio (Il Pollaio), che era aperta tutto l’anno 7 giorni su 7 e con orari ampiamente più estesi e che conteneva 130 persone.
Si è anche scordato che l’apertura nei weekend di questa nuova aula è stata una richiesta esplicita ed insistente da parte dei rappresentanti degli studenti, l’unica vera condizione inamovibile posta sul tavolo delle trattative al momento dell’inesorabile chiusura del Pollaio. Quindi non proprio un’apertura da parte dell’Ateneo, quanto una ferrea resistenza degli studenti.
Nei termini posti dal delegato di Ateneo, si mette in vetrina un bel passo in avanti. Ma nella concretezza della sua realizzazione, e’ stato un grande salto indietro: meno posti, orari più stringenti (9:00 alle 19:00 la domenica a compensare un’aula che respirava tra le 9:00 e le 23:45, e vi possiamo assicurare che non e’ mai stata vuota) e, da menzionare, posti decisamente più “strettini”. Perché chiunque abbia studiato sa bene che 70cm sono un po’ pochi. Ah, e giusto per essere severi: l’aula studio Paolotti è stata aperta l’11 gennaio, non l’8.
Se fino a poco fa gli studenti potevano contare su 330 miseri posti a sedere nei weekend, di cui 200 solo fino alle 19:00, ora il conto scende a 299 e tutti fino alla medesima ora. A “soddisfare” le necessità’ di circa 60.000 iscritti. Questa e’ la direzione intrapresa per risolvere il problema delle aule studio piene, cancellare i disagi, e aumentare la vivibilità nell’ambiente di studio. Che qualcuno abbia bisogno di un ripassino di matematica? Offriamo ripetizioni. A costo zero. Quello che costava all’Ateneo la precedente aula studio da 130 posti. Il Pollaio.